14 settembre, 2022

IL PRECURSORI DELLA PAS: DALLA FALSA TEORIA DELLE MADRI FRIGORIFERO ALLA TEORIA DELLA ALIENAZIONE PARENTALE, MISTIFICAZIONE E FALSI MITI SULL’INFANZIA

La PAS o sindrome da Alienazione Parentale venne ideata nel 1985 da Richard Gardner, medico volontario presso la College of Physicians and Surgeons nella Columbia University. Il suo guadagno derivava dalla professione di esperto forense, expert witness, un perito insomma.

In seguito alla pubblicazione di un articolo sulla PAS, Gardner venne espulso a vita dall’università con la motivazione che era «ignorante nella disciplina di psichiatria e incapace di ragionare secondo il metodo scientifico» L’esistenza della PAS, oggi alienazione parentale, sarebbe un disturbo psicopatologico che colpirebbe il bambino a causa della manipolazione di un genitore che lo porrebbe contro l’altro, suscitando in lui una avversione verso quest’ultimo, è negata dal mondo scientifico e non compare in alcun manuale diagnostico.

Si legga anzi ciò che Richard Gardner scriveva a proposito dei bambini e delle donne.

“La pedofilia intrafamiliare (cioè l’incesto) è molto diffusa ed … è probabilmente un’antica tradizione”.

RICHARD A. GARDNER, SEX ABUSE HYSTERIA: SALEM WITCH TRIALS REVISITED. CRESSKILL, NJ: CREATIVE THERAPEUTICS, 119 (1991).

“Il bambino deve riuscire a provare pietà per il padre per la sventura (nella nostra società) di avere tendenze tendenze pedofile. In altri luoghi e in altri tempi, ciò verrebbe considerato normale”.

RICHARD A. GARDNER, TRUE AND FALSE ALLEGATIONS OF CHILD SEX ABUSE, 592 (1992).

“Egli [il pedofilo] è anche stato sfortunato per quanto riguarda il luogo e il periodo temporale in cui è nato per l’atteggiamento sociale nei confronti della pedofilia. Comunque, questi non sono motivi per condannare se stesso”.

RICHARD A. GARDNER, TRUE AND FALSE ALLEGATIONS OF CHILD SEX ABUSE, 593 (1992).

“Penso che tutti possediamo in noi un poco di pedofilia”.

RICHARD A. GARDNER, SEX ABUSE HYSTERIA: THE SALEM WITCH TRIALS REVISITED, 26 (1991).

“Ogni volta che gli accusatori imputano un’accusa, si pongono nella situazione diformarsi un’immagine visuale inconscia dell’incontro sessuale. E ogni volta che in loro si ripete questa scena, gli accusatori gratificano il desiderio di essere coinvolti nelle attività di cui sono accusati i perpetratori nell’immagine visuale. Ogni volta che ci compare l’immagine del bambino abusato sessualmente, gratifichiamo indirettamente i nostri impulsi pedofili”.

RICHARD A. GARDNER, SEX ABUSE HYSTERIA: THE SALEM WITCH TRIALS REVISITED, 25 (1991).

[I bambini abusati sessualmente] si possono considerati fortunati per avere avuto un genitore che ha donato loro una tale gratificazione”.

RICHARD A. GARDNER, THE PARENTAL ALIENATION SYNDROME AND THE DIFFERENTIATION BETWEEN FABRICATED AND GENUINE CHILD SEX ABUSE, 145 (1987).

La teoria della Pas venne sviluppata nel 1985 e si basò sulle osservazioni personali di Gadner,  spesso a favore di padri accusati di molestie nei confronti dei figli, e non su studi scientifici. La teoria di Gardner non ha fondamento scientifico e prende, invece, le mosse da una personale visione delle donne e dei bambini e della pedofilia. La PAS rappresenta un pericolo serio per i minori abusati o per il genitore maltrattato. Quest’ultimo per timore di vedersi affibbiare un’accusa di alienazione parentale e conseguentemente perdere i propri figli, che correrebbero il rischio di essere tradotti in casa famiglia o collocati proprio presso il genitore maltrattante, potrebbe essere indotto a tacere le violenze subite e a rinunciare a chieder giustizia.

La Pas, altrimenti detta sindrome di alienazione parentale, non è mai entrata nel Dsm e la Cassazione in molteplici sentenze del 2013, 2021, 2022, ne ha recepito la infondatezza e lo stesso è avvenuto da parte del Ministero della Sanità così come dalla normativa sovranazionale tesa a contrastare la violenza domestica. Tuttavia, la PAS è entrata nelle aule dei Tribunali di tutto il mondo nei procedimenti di separazione ed affidamento dei minori, determinando in questi casi un collasso della giustizia.

L’Italia ha un atteggiamento ambivalente giacché da un lato sta recependo le linee guida della Convenzione di Istanbul e dei Trattati a favore dell’Infanzia, dall’altro, nella prassi forense, troppo frequentemente, periti nominati dal Giudice e periti di parte, ritengono di individuare la PAS e di trovare la soluzione nella separazione forzata dei bambini dal genitore (quasi sempre la mamma) ritenuto alienante.

L’ordinanza n. 9691/22 emessa dalla Corte di Cassazione in data 24 marzo 2022 boccia irrimediabilmente il concetto ascientifico della pseudo teoria, in forza della quale, da circa 20 anni, i giudici di merito italiani emettono provvedimenti ablativi della responsabilità genitoriale nei confronti di madri accudenti e presenti, la cui unica colpa sarebbe quella di aver alienato la figura dell’altro genitore agli occhi del minore, il quale, a causa di un presunto condizionamento psicologico, rifiuterebbe il rapporto affettivo con lui. In sostanza, questa teoria postula che

a) la madre è simbiotica e malevola

b)  il bambino che non ha accesso alla figura paterna è a rischio evolutivo, è malato e va curato

c) la madre va allontanata perché responsabile del rischio evolutivo del bambino e/o curata perché anch’essa malata

Tale ordinanza costituisce il RICONOSCIMENTO DELLA BIGENITORIALITA’, principio sancito dalla L.54/06, ma come diritto del minore e NON come pretesa di un genitore contro l’altro. La Corte ricolloca, infatti, il minore e la sua volontà al centro dei procedimenti che lo riguardino, invertendo la posizione adultocentrica della sentenza cassata, che disponeva l’allontanamento coatto del bambino dalla madre, con interruzione sine die dei rapporti con lei ed il suo trasferimento in casa-famiglia e successivo collocamento presso il padre, richiedente tali drammatiche misure.

L’ordinanza riconosce, insomma, i minori non oggetti ma SOGGETTI DI DIRITTO

I tribunali, troppo spesso acriticamente aderenti alle risultanze delle perizie, redatte da psicologi e psichiatri forensi, quasi nella totalità dei casi sostenitori della menzionata teoria (per approfondimenti http://studiolegalemarinamarconato.it/alienazione-parentale-e-narcisismo-patologico-e-psicopatia-connubio-mortale/ ) dispongono, unitamente alla decadenza della responsabilità genitoriale, il prelevamento forzoso del minore dalla propria residenza ed il suo trasferimento coatto presso una casa-famiglia, con sostanziale interruzione di ogni contatto con il genitore decaduto, genitore che, solitamente, è la madre. I provvedimenti aderiscono in toto alle conclusioni delle CTU o alle relazioni degli assistenti sociali, ritenendo a rischio evolutivo bambini in realtà perfettamente sani ed inseriti socialmente.

 Il concetto di rischio evolutivo è un nonsense utilizzato molto frequentemente dai periti forensi che non chiariscono di quale rischio si stia parlando, né attestano quali ne siano i parametri scientifici. In realtà, gli psicologi e psichiatri lontani dal mondo forense non conoscono affatto tale teoria, esclusivamente presente nei manuali forensi scritti dai sostenitori stessi della teoria, poiché non è inserita in alcun manuale e rivista scientifica né nel DSM 5 (Diagnostic and statistical manual of mental disorders) in ragione della sua evidente “ascientificità” dovuta alla mancanza di dati a sostegno». Anche il Ministero della Sanità, con il recente intervento del 29.5.2020, ha precisato che la Sindrome da Alienazione Genitoriale o da Anaffettività Genitoriale «non risulta inserita in alcuna delle classificazioni in uso come la International classification of disease (ICD 10)

La teoria ascientifica descritta, pur con i variabili nomi con cui viene denominata comporta la minimizzazione della violenza contro un genitore (spesso la madre) ed i bambini ed esclude la valutazione delle azioni violente nella scelta del regime di affidamento e di incontro tra i minori ed il genitore soggetto violento. Essa sembra aver avuto origine dalla altrettanto inesistente teoria delle madri frigorifero che tanti danni, al pari di questa, ha recato ai minori ed alle mamme.

Incredibili sono anche le analogie in merito a chi la creò e diffuse, strumentalizzandola al fine di ricevere elevati guadagni e fama.

La teoria delle madri frigorifero si diffuse intorno agli anni sessanta e postulava che l’autismo dipendesse dalla mancanza di attenzioni ed affettività materne. Naturalmente, ormai è acclarato che, al contrario, questa patologia abbia origine da basi genetiche ed ambientali ed è stata fermamente esclusa ogni validità della teoria delle madri frigorifero o che il rapporto tra madre e figlio abbia una qualche attinenza con lo sviluppo delle componenti cliniche della patologia.

Ma perché questa infondata teoria ebbe successo? Leo Kanner, nel 1943, pubblica un articolo quasi contemporaneamente a Hans Asperger, il quale descriverà dei bambini con caratteristiche simili a quelle descritte da Kenner. Tuttavia, Asperger dovette attendere quasi 40 anni perché il proprio lavoro fosse riconosciuto dalla comunità scientifica.

Kenner colpevolizzava i genitori per il disturbo autistico ed il suo lavoro ebbe maggiore diffusione, al contrario, Asperger riteneva che l’autismo dipendesse da fattori biologici. Kanner iniziò a parlare di madri frigorifero, fredde e attente ai bisogni materiali come responsabili della malattia psichiatrica dei figli. Il suo pensiero ottenne risonanza mediatica notevole e trovò, quale strenuo sostenitore, Bruno Bettelheim un esponente estremista che lanciò una campagna mediatica tale da coinvolgere il grande pubblico.

Bruno Bettelheim era un sopravvissuto di un campo di concentramento nazista, emigrato in America dopo la seconda guerra mondiale e divenuto, successivamente direttore della Orthogenic School for Troubled Children alla Università di Chicago. Questa scuola era un centro residenziale ove si attuavano trattamenti per bambini con gravi difficoltà. Bettelheim ottenne un contributo per iniziare degli studi sui bambini e dall’esito di questi report di approfondimento venne fuori il libro che poi divenne un best-seller, The Empty Fortress. In questo libro, Bettelheim affermava che i bambini sviluppassero l’autismo perché le loro madri si rifiutavano di mostrare affetto durante la prima infanzia e non erano state in grado di creare un legame emotivo. Le parole riportate nel testo erano durissime: “Il fattore scatenante dell’autismo infantile è il desiderio del genitore che suo figlio non esistesse” “I neonati, se abbandonati completamente dagli esseri umani prima di essere cresciuti abbastanza per cavarsela da soli, moriranno. E se la cura fisica che hanno ricevuto è sufficiente per la sopravvivenza, ma sono abbandonati emotivamente, o vengono spinti oltre la loro capacità di resistenza, diventeranno autistici”.

Sebbene il libro non fosse un testo scientifico, sfortunatamente, ebbe un grande successo e fece presa su molti lettori inesperti. Il suo lavoro non riportava alcun metodo scientifico circa l’esito dei suoi studi sui bambini, piuttosto era un testo suggestivo ricco di interpretazioni filosofiche e valutazioni personali, che tanto ricordano quelle dell’inventore della PAS e dei suoi seguaci.  Egli, insomma, aveva creato una teoria senza alcuna prova scientifica e senza verifiche tecniche.

Bettelheim attestava il falso, le sue teorie erano sostenute dai giornalisti e mai i risultati delle ricerche ebbero un confronto con altri scienziati (peer review) così come comunemente va fatto, essendosi più volte rifiutato di fornire i dati quando altri medici gli chiedessero le prove di ciò che asseriva giacchè, rispondeva, quello che vedeva con i suoi occhi fosse una evidenza sufficiente.

In realtà, in seguito, alcuni suoi collaboratori dichiararono che Bettelheim aveva un comportamento molto violento all’Orthogenic School, che fosse un uomo dispotico ed autoritario, che punisse severamente anche con umiliazioni e percosse per le più piccole manchevolezze da parte dei bambini.

Bettelheim, quindi, fu responsabile della campagna di odio e disprezzo per la madri di figli autistici che tacciò come madri frigorifero fredde ed indifferenti e, per questo, responsabili della malattia dei figli. In realtà, egli era un uomo violento, un mistificatore che, dietro la maschera di vittima ebrea del nazismo, probabilmente agendo violenza anche nel campo di concentramento in cui fu internato, ove, difatti ebbe una posizione piuttosto privilegiata, ad arte confezionò una teoria ascientifica che gli diede successo, denaro e occasione per perpetrare violenze sui minori. Persino Kanner, nel 1969, ritrattò la propria adesione alla teoria delle madri frigorifero, criticando aspramente il libro di Bettelheim, le cui idee, purtroppo, per decenni furono tenute in alta considerazione.

Il falso mito della madre frigorifero determinò sentimenti di colpevolizzazione e dolore e sembra precorrere quanto accade anni dopo con la teoria della PAS o della madre malevola o simbiotica, costrutto ascientifico inventato e costruito quale strategia meramente processuale a difesa dei genitori abusanti per irretire il genitore denunciante (solitamente la madre cui viene riservato un trattamento vittimizzante) ed ottenere sentenze favorevoli o assoluzioni.

Analogie vi sono anche sulla morte di Bettelheim e di Gardner (inventore della PAS-Alienazione Parentale): suicidio. Bettelheim, difatti, il 12 marzo 1990 si ubriacò di whisky e assunse una grande quantità di psicofarmaci, si infilò un sacchetto di plastica in testa e si diede la morte per asfissia. Gadner, nel 2003, si uccise e dall’autopsia sembra che avesse assunto un mix di farmaci notevole.

Ed ancora, sia Gardner che Bettelheim millantarono titoli accademici mai posseduti. Bettelheim fu un uomo ambizioso e perverso, giunse addirittura ad accusare gli Ebrei di essere stati poco coraggiosi al momento delle torture e della morte. Si rammenti che, internato a Dachau e a Buchenwald, dichiarandosi apolitico, grazie presumibilmente alla propria capacità manipolatoria, riuscì ad evitare la morte. E’ probabile che la scuola nazista, maestra nell’arte della propaganda, lo avesse istruito a dovere su come fosse possibile trasformare un’idea non sostenuta da alcun riscontro oggettivo e scientifico, in concetto incontestabile e farlo assurgere a parametro presso la collettività se ben presentato, sostenuto e diffuso.

Così la sua scuola come la scuola di Gardner, con i suoi seguaci antichi ed attuali, attraverso gli scritti ed i manuali redatti da loro, per mezzo della diffusione sulle riviste forensi o sui social di mezze verità o falsità ( come diffondere la notizia che la alienazione parentale sia stata inserita nel DSM-V o dell’ICD-11 quale problema relazionale ( l’ultima di una lunga serie di bugie e alterazioni), attraverso convegni, seminari, lezioni, sono di fatto sedi di teorie fantoccio.

Richard Pollack scrisse quella che si ritiene la biografia più documentata (1998) su Bettelheim;  nella sua scuola, difatti, fu internato a 6 anni  il fratello Stephen e vi morì cadendo dalle scale.  Bettelheim riferì ai suoi genitori: “si è suicidato. La madre, i genitori, la famiglia, voi ne siete i responsabili”. Richard Pollack trascorse la propria vita nel cercare la verità, scoprendo le incredibili ed oscure vicende che si nascondevano dietro l’apparente benevolenza verso i minori che Bettelheim mostrava e predicava.

Molti pazienti e collaboratori di Bettelheim ammisero le violenze del suo fondatore. Egli, che si vantava di tenere i bambini senza regole, in realtà li plagiava, umiliava, picchiava, abusava sessualmente.

E’ assolutamente necessario che le persone e soprattutto gli operatori prestino attenzione a personaggi e teorie sconfessate dalla evidenza scientifica, bocciate dagli organismi preposti a certificare, sulla base di oggettivi riscontri individuati secondo metodi condivisi, malattie e metodi di cura, prima di dar loro credito devastando la vita a migliaia di persone innocenti.

Bibliografia
Waltz, M. 2013. Autism: A social and medical history. Springer. https://doi.org/10.1057/9781137328533
Baker J. P. 2010. “Autism in 1959: Joey the mechanical boy”. Pediatrics 125(6): pp. 1101–1103. https://doi.org/10.1542/peds.2010-0846.
Bennett M., Webster A. A., Goodall E., & Rowland S. 2018. Life on the Autism Spectrum: Translating Myths and Misconceptions Into Positive Futures. Springer. https://doi.org/10.1007/978-981-13-3359-0
 Van IJzendoorn M. H., Rutgers A. H., Bakermans‐Kranenburg M. J., Swinkels S. H., Van Daalen E., Dietz C., … & Van Engeland H. 2007. Parental sensitivity and attachment in children with autism spectrum disorder: Comparison with children with mental retardation, with language delays, and with typical development. Child development 78(2): pp. 597-608. https://doi.org/10.1111/j.1467-8624.2007.01016.x
Rutgers A. H., Bakermans-Kranenburg M. J., van IJzendoorm M. H., & Bercklelaer-Onnes I. A. 2004. Autism and attachment: A meta-analytic review. Journal of Child Psychology and Psychiatry 45(6): pp. 1123–1134. https://doi.org/10.1111/j.1469-7610.2004.t01-1-00305.x.
Kanner L. 1943. Autistic disturbances of affective contact. Nervous Child 2: pp. 217–250.
Asperger H. 1944. Die Autistisehen Psychopathen im Kindesalter. Archiv für Psychiatrie und Nervenkrankheiten 117: pp. 76–136. https://doi.org/10.1007/BF01837709
Kanner L. 1949. Problems of nosology and psychodynamics of early infantile autism. American Journal of Orthopsychiatry 19(3): pp. 416–426. https://doi.org/10.1111/j.1939-0025.1949.tb05441.x
Feinstein A. 2011. A history of autism: Conversations with the pioneers. John Wiley & Sons. https://doi.org/10.1002/9781444325461
Donvan J., & Zucker C. 2016. In a different key: The story of autism. Crown.
Schreibman L. 2007. The Science and Fiction of Autism. Harvard University Press
Frosted children. 1948, April 26. Time 51(17): 81. http://content.time.com/time/subscriber/article/0,33009,798484,00.html
Rimland B. 1964. Infantile autism: The syndrome and its implications for a neural theory of behavior. Appleton-Century-Crofts.
Kroncke A. P., Willard M., & Huckabee H. 2016. “The Causes of Autism”. In Assessment of Autism Spectrum Disorder: pp. 11-21. Springer, Cham. https://doi.org/10.1007/978-3-319-25504-0
Greydanus D. E., & Toledo-Pereyra L. H. 2012. Historical perspectives on autism: Its past record of discovery and its present state of solipsism, skepticism, and sorrowful suspicion. Pediatric Clinics 59(1): pp. 1-11. https://doi.org/10.1016/j.pcl.2011.10.004
Bettelheim B. 1967. The empty fortress: infantile autism and the birth of the self. Free Press of Glencoe.
Silberman S. 2015. Neurotribes: The legacy of autism and how to think smarter about people who think differently. Allen & Unwin.
Pollak R. 1997. The Creation of Dr. B: A Biography of Bruno Bettelheim. New York: Simon & Schuster
Dolnick E. 1998. Madness on the Couch: Blaming the Victim in the Heyday of Psychoanalysis. New York: Simon & Schuster.
 Courcy I., & des Rivieres C. 2017. From cause to cure: A qualitative study on contemporary forms of mother blaming experienced by mothers of young children with autism spectrum disorder. Journal of Family Social Work 20(3): pp. 233-250. https://doi.org/10.1080/10522158.2017.1292184

* Testo originale [Kanner, 1943, pp. 250]: “One other fact stands out prominently. In the whole group, there are very few really warmhearted fathers and mothers. For the most part, the parents, grandparents, and collaterals are persons strongly preoccupied with abstractions of a scientific, literary, or artistic nature, and limited in genuine interest in people. Even some of the happiest marriages are rather cold and formal affairs. Three of the marriages were dismal failures. The question arises whether or to what extent this fact has contributed to the condition of the children. The children’s aloneness from the beginning of life makes it difficult to attribute the whole picture exclusively to the time of the early parental relations with our patients.”

** Testo originale [Kanner, 1949, pp. 425]: “I have dwelt at some length on the personalities, attitudes, and behaviour of the parents because they seem to throw considerable light on the dynamics of the children’s psychopathologic condition. Most of the patients were exposed from the beginning to parental coldness, obsessiveness, and a mechanical type of attention to material needs only. They were the objects of observation and experiment conducted with an eye on fractional performance rather than with genuine warmth and enjoyment. They were kept neatly in refrigerators which did not defrost. Their withdrawal seems to be an act of turning away from such a situation to seek comfort in solitude.”

http://www.brainmindlife.org/terribilebettelheim.htm

 

 

Tutti i diritti sono riservati. E’ vietata qualsiasi riproduzione, utilizzazione, totale o parziale, dei contenuti inseriti nel presente blog, ivi inclusa la memorizzazione, riproduzione, diffusione e distribuzione dei contenuti stessi mediante qualsiasi piattaforma tecnologica, supporto o rete telematica, senza previa autorizzazione scritta da parte dell’autore Avv. Marina Marconato. I CONTENUTI DEL SITO E DI OGNI ARTICOLO POSSONO ESSERE CONDIVISI SOLO ED ESCLUSIVAMENTE CITANDONE L’AUTRICE E LINKANDO LA FONTE.