3 marzo, 2019

LE VITTIME DI VIOLENZA:COSA NON VA?

LA VITTIMA E LE SOLUZIONI 
Mi chiedo e mi continuerò a chiedere, la ragione per la quale una donna ,ed eventualmente i suoi figli ,vittime di violenza domestica , debbano chiudersi nelle case rifugio perdendo i propri spazi, le proprie abitudini, la propria identità (tanto importanti per ciascuno di noi ma in particolare fondamentali per il benessere – già compromesso dalle violenze subite- dei minori).
Ben vengano le case rifugio per pochissimi giorni ma poi:
1) perché non si allontana l’abusante invece degli abusati?
2) perché non si dà un lavoro alla vittima che ne fosse priva? 
3) perché non si trasferisce, al limite , la vittima in una casa (CASA) garantita dallo Stato in zona sconosciuta? 

Insomma, perché le vittime si devono trovare a pagare più del reo ?
Quante donne denuncerebbero e si salverebbero se fossero certe di avere un nido, i figli con sè ed una opportunità lavorativa?
Costerebbe?  Meno di quanto costi questa strage quotidiana.

Mi imbatto quotidianamente in donne che debbono proteggere se stesse ed i propri figli da ex partner violenti e manipolativi.
Queste madri non devono solo sopravvivere ma devono anche cercare di gestire la prepotenza di chi pretende il controllo assoluto anche dopo la separazione, dettando giorni ed orari, non versando il denaro che le sentenze dispongono sia corrisposto. 
Queste donne, in uno sforzo sfibrante (e perdente) cercano di rabbonire l’orco di turno (un orco che vessa psicologicamente, non è detto che le belve siano solo quelle che picchiano) concedendo, trattando, sopportando insulti e svilimenti pur di non far peggiorare la situazione. 
Perché? Perché temono di non essere comprese e tutelate dalle istituzioni. Perché lo spauracchio della alienazione parentale-ex PAS, di cui possono incredibilmente essere accusate, le induce a tenere un profilo basso che però costa sudore e sangue.
Un gioco al massacro in cui i massacrati sono loro, le vittime ed i figli, strappati alla serenità e alla verità ed i massacranti sono questi miseri esseri umani travestiti da imperatori che, e mi duole affermarlo, nessuno si preoccupa di fermare.
Salvo eccezioni , competenze miracolose di avvocati, giudici, psichiatri ed assistenti sociali.
Trasformiamo queste eccezioni in regole. 
Non per dire banalità, ma è la legge che ce lo impone. Il ricorso a mediazione familiare o colloqui imposti con assistenti sociali sono assolutamente inutili ed anzi dannosissimi in caso uno dei due partner sia un manipolatore relazionale che agisce violenza psicologica.
Anche volendo accantonare il problema degli interessi personali degli operatori, un manipolatore saprà apparire attento ai bisogni dei figli, manterrà la calma, sorriderà e assisterà tronfio agli umanissimi attacchi di isteria dell’altro partner abusato che verrà tacciato di essere ostile e conflittuale.